Fisco

MISE - Riepilogo della disciplina del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo


Il Mise ha redatto un documento volto a fornire una sintesi sul funzionamento del credito d’imposta riconosciuto per le spese sostenute tra il 2015-2019 in attività di ricerca e sviluppo, precisando alcuni aspetti analizzati in precedenza dalla Circolare n. 5/E del 16 marzo 2016 dell’Agenzia delle entrate.

Il chiarimento più importante riguarda la conferma del credito d’imposta per tutto il personale impiegato in attività di ricerca e sviluppo: le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo, sostenendo costi per il personale impiegato in tali attività, possono ottenere il credito sia per il personale altamente qualificato (laurea magistrale in discipline tecnico/scientifiche o possesso di un titolo di dottore di ricerca - credito nella misura del 50 per cento), sia per il personale non altamente qualificato (incluso tra le spese per competenze tecniche e privative industriali – credito nella misura del 25 per cento).

L’agevolazione non riguarda solo l’incremento dei costi derivanti dall’assunzione di nuovo personale con profilo altamente qualificato, ma anche il maggiore impiego del personale, in termini di ore lavorate, nelle attività di ricerca ammissibili; tale precisazione è in linea con la ratio della norma che persegue l’obiettivo di offrire un incentivo alla ricerca e non all’occupazione.

La scheda di sintesi pubblicata dal Mise chiarisce inoltre che le spese per strumenti e attrezzature di laboratorio, quantificate applicando le quote di ammortamento di tali spese in relazione alla misura e al periodo di utilizzo per l’attività di ricerca e sviluppo, sono agevolabili anche qualora i beni siano stati acquistati in un periodo di imposta antecedente a quello in corso al 31 dicembre 2015, purché ci sia l’effettiva destinazione degli stessi alle attività di R&S.

Infine, il Ministero dello Sviluppo economico ricorda che laddove le imprese incontrano delle problematiche di carattere tecnico, riguardanti specifiche attività aziendali potenzialmente riconducibili ad attività di ricerca e sviluppo, le stesse possono avvalersi dell’istituto dell’interpello, ai sensi dell’art. 11 della Legge 27 luglio 2000, n. 212, presentando apposita istanza all’Agenzia delle entrate, la quale provvederà ad acquisire il parere del Mise.