Detrazione IVA: il caso di specie
Il caso di specie riguarda una società che aveva proposto ricorso, in commissione tributaria provinciale e poi regionale, contro un avviso di accertamento IVA, poiché riteneva di aver commesso un errore formale e dunque emendabile.
La CTR affermava che "essendo i criteri di calcolo dell'IVA meramente aritmetici, la correzione sarebbe stata possibile solo se l'errore fosse stato immediatamente rilevabile, mentre, nella specie, la dichiarazione ne sarebbe uscita stravolta, giacché i crediti portati i compensazione in realtà non avrebbero potuto essere oggetto di compensazione".
Detrazione IVA: la sentenza della Suprema Corte
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29555 del 2017, accoglie il ricorso del contribuente affermando che "nel complesso normativo e nel formante giurisprudenziale della UE emerge che il fatto costitutivo del rapporto tributario col fisco nazionale è ravvisato dalla effettività e dalla liceità dell'operazione, mentre gli obblighi di registrazione, dichiarazione e consimili hanno una diversa funzione meramente illustrativa e riepilogativa dei dati contabili, finalizzata ad agevolare i controlli dell'Ammnistrazione finanziaria per l'esatta riscossione dell'imposta".
Per questo motivo il diritto alla detrazione dell'eccedenza IVA deve essere riconosciuto ove vi sia una reale operazione sottostante, poiché rilevano la documentazione contabile e le fatture, anche in caso di inosservanza degli obblighi dichiarativi.